CONCETTI TEORICI
Meccanismi psicologici in pillole spiegati attraverso la teoria di C.G. Jung e di I. H. Schultz, che definiscono il modo in cui funziona il corpo psichico e in particolare la sua componente più importante, l’inconscio somatico. La teoria spiega inoltre le tecniche per accedere alle due parti del corpo psichico: l’inconscio somatico e l’Io corporeo.
Che cosa è il corpo psichico?
Il corpo psichico è un’entità psichica caratterizzata da una parte inconscia, l’inconscio somatico e da una parte cosciente, l’io corporeo.
L’inconscio somatico, un tempo chiamato corpo sottile, è la parte della psiche più vicina al corpo. Descritto con questi nomi da Mead e da Jung, la sua evoluzione fin dalla nascita, e sicuramente anche prima del parto, è importante per la comprensione e la terapia della psicopatologia dei disturbi più gravi, quelli psicotici e borderline, ma soprattutto per le somatizzazioni ed i disturbi somatoformi.
L’io corporeo è invece la parte della psiche che ha coscienza del corpo. Esso si forma a partire dall’inconscio somatico attraverso un percorso a tappe, che inizia dalla coscienza corporea della muscolarità psichica per arrivare alla coscienza corporea della regione cefalica.
Quali sono le tecniche psicoterapiche per accedere al corpo psichico?
Lo psicoterapeuta usa con il paziente molte tecniche con lo scopo di attivare nel campo analitico processi funzionali rivolti al riconoscimento consapevole di processi dell’inconscio somatico o al potenziamento dell’Io cosciente corporeo.
Per quanto riguarda l’introspezione dell’inconscio somatico le tecniche come l’Analisi onirica, l’Immaginazione attiva, la Sandplay therapy ed il Training autogeno analitico, sono un prezioso ausilio nell’intento di favorire l’emersione di immagini inconsce da elaborare. Tra queste un rilievo particolare, mirato all’introspezione specifica dell’inconscio somatico, spetta al training autogeno analitico. In genere queste tecniche vengono utilizzate in associazione a seconda delle esigenze della terapia analitica.
Per quanto riguarda il potenziamento dell’Io, fermo restando che il suo potenziamento è in relazione al rapporto dialettico con l’inconscio somatico, alcune tecniche sono più specificamente rivolte a questo scopo. Tra queste il training autogeno educativo, la mindfulness ed altre tecniche di rilassamento corporeo.
Quali sono i vantaggi del training autogeno analitico in psicoterapia?
Tra i vantaggi del training autogeno analitico ne emergono soprattutto tre, particolarmente utilizzati in ambito analitico:
A) la regressione autogena a strati arcaici della personalità che facilità l’emersione di immagini inconsce corporee utili all’elaborazione analitica e a una progressione dell’Io
B) l’esperienza sensoriale ripetuta che riattiva stati corporei arcaici, proponendo al soggetto un nuovo regime sensoriale
C) la creazione di uno spazio potenziale o stato transizionale in senso winnicottiano, fondamentale per la creatività.
Questi sono alcuni effetti che possono essere usati in ambito terapeutico analitico per attivare una consapevolezza crescente dell’Io, finalizzata al riconoscimento del processo individuativo.
Perché il training autogeno analitico calma il paziente?
Diversamente da come si può immaginare non è un’azione calmante operata dall’Io del soggetto su sé stesso o dal terapeuta sull’Io del paziente, ma l’effetto calmante nasce nel profondo del paziente, a livello inconscio, per l’incorporazione di buoni oggetti genitoriali, dovuta all’elaborazione analitica delle immagini che il training autogeno analitico stesso fa emergere. Proviamo a spiegare meglio.
Sappiamo che il training autogeno analitico è utilizzato in psicoanalisi poiché attiva delle funzioni psichiche che sono state ben descritte a partire dall’anno 2000. La più interessante tra tutte è quella chiamata funzione paraeccitante o anche funzione calmante del training autogeno analitico.
Secondo la psicoanalisi francese, l’azione di questa funzione origina all’interno del percorso analitico, dove la regressione autogena operata dal training autogeno analitico evoca nel corpo psichico dei pazienti delle immagini corporee archetipiche provenienti dall’inconscio collettivo, o anche delle immagini inconsce collegate a fantasmi amniotici intrauterini provenienti dall’inconscio personale.
Sono tutte queste immagini che, elaborate opportunamente, consentono al soggetto d’incorporare l’oggetto rassicurante di maternage, che potrà, a sua volta, se l’incorporazione totale dovesse essere fallita, essere rimpiazzata dalle sedute autogene o dagli esercizi autogeni che si proporranno al soggetto come l’oggetto transizionale descritto da Winnicott. Grazie a queste modalità, il corpo sarà allora in grado di calmare le situazioni stressanti sia interne che esterne.
Perché il training autogeno analitico fa emergere immagini dall’inconscio?
Sono stati gli psicoanalisti di scuola francese che hanno attribuito al training autogeno analitico delle caratteristiche simili a quelle di un oggetto transizionale, e lo stato autogeno, che è un suo prodotto, è diventato così uno spazio potenziale in senso winnicottiano, che lo collega creativamente all’inconscio e lo fa diventare luogo di emersione di immagini provenienti dall’inconscio.
In ottica junghiana l’emersione di immagini archetipiche stimolata dagli esercizi autogeni viene spiegata attraverso l’evocazione di archetipi provenienti dall’inconscio somatico. Il costellarsi di questi archetipi facilita l’emergere di immagini corporee archetipiche.
Ovviamente alla base di tutto c’è la regressione autogena determinata dagli esercizi autogeni eseguiti all’interno del campo analitico.
Perché il training autogeno analitico è anche un percorso archetipico?
Perché si muove dentro un percorso energetico i cui centri archetipici sono collegati tra di loro da un senso ben preciso, la cui scoperta diventa oggetto di analisi in terapia.
Similmente ad altri tragitti archetipici, come quello più noto del Kundalini-Yoga proveniente dalla cultura induista, anche il training autogeno analitico attiva quindi un percorso analitico caratterizzato dal raggiungimento progressivo di stati energetici dovuti all’attivazione di archetipi.
In altre parole è un vero e proprio cammino archetipico di iniziazione caratterizzato da tappe di crescita che vengono raggiunte grazie alla elaborazione analitica delle immagini corporee che emergono dall’esecuzione degli esercizi proposti.
Chi siamo
L’équipe del Centro Teikam è composta da formatori di lunga esperienza clinica ed espressività editoriale, garanzia dell’elevato livello qualitativo della formazione. Attraverso l’incontro con colleghi esperti sarà possibile per psicologi e psicoterapeuti aumentare le proprie conoscenze nel settore analitico, immaginativo, archetipico, simbolico e corporeo in modo efficace e costruttivo.